
Elon Musk e i Bitcoin: cosa è andato storto?
Il CEO di Tesla attacca il colosso della criptovaluta.
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I Bitcoin inquinano?
Abbiamo motivo di credere che le accuse di Musk siano infondate.
Il margine di guadagno dei minatori di Bitcoin è fondamentalmente legato al costo dell’elettricità, che può rappresentare dal 38% al 50% del loro costo totale, a seconda della regione. Per questo motivo, i miners sono incentivati a sfruttare le fonti di energia più economiche. Spendere di meno in termini di costi energetici significa guadagnare di più con le transazioni.
Qui entrano in gioco le energie rinnovabili. L’idroelettrico e il solare sono le fonti di energia più economiche in assoluto. Le operazioni di mining, non a caso, stanno affollando proprio quelle località rurali in cui si produce energia pulita — che spesso, tra l’altro, resta inutilizzata, a causa delle limitazioni di stoccaggio dell’energia nelle batterie.
La regione di Sichuan, in Cina, esemplifica bene questo fenomeno. La Cina è uno dei Paesi leader nel mining di Bitcoin, e durante la stagione delle piogge, Sichuan ospita circa il 50% delle attività di mining globale, grazie al costo più esiguo dell’energia idroelettrica. La maggior parte dei Bitcoin minati in questo periodo dell’anno (circa il 95%) provengono dunque da energia pulita. Questo dimostra che le criptovalute hanno il potenziale giusto per attirare investimenti da parte delle principali compagnie di energia rinnovabile.
Più ecologici delle tradizionali valute?
Inoltre, se mettiamo a confronto i Bitcoin con le monete e i sistemi bancari tradizionali, ci rendiamo conto che questi ultimi hanno un impatto ambientale decisamente maggiore. L’estrazione dell’oro ha un costo energetico enorme e non nuoce solamente all’ambiente e al paesaggio, ma anche alle persone, a causa dell’utilizzo di materiali tossici, come il mercurio, per separare l’oro dagli altri minerali. L’inquinamento chimico delle falde acquifere e la deforestazione sono tra le principali conseguenze ambientali dell’estrazione aurifera non controllata. Per non parlare dei danni sulla salute dei lavoratori…
E tutto ciò se prendiamo in considerazione solo l’oro. Secondo il Galaxy Digital, il consumo elettrico dei sistemi bancari, combinato all’estrazione aurifera, equivale al 200% di spesa energetica in più rispetto al mining dei Bitcoin. Chiaramente, il numero di transazioni con valute tradizionali è, al momento, di gran lunga superiore a quello con criptovalute... Ma continuiamo la nostra analisi.
Cosa succederà quando tutti i Bitcoin
saranno stati minati
Bisogna considerare un altro fattore: non si possono minare Bitcoin in eterno. Entro il 2140 tutti i Bitcoin saranno stati minati, e a quel punto le transazioni non consumeranno più alcun tipo di energia. Ne consegue che il dispendio energetico della fase iniziale è diluito su un numero potenzialmente infinito di transazioni, il che ne ridimensiona notevolmente i costi.

Estimated Annual Energy Consuption (TWh/yr). Source: Galaxy Digital
La logica fallace di Elon Musk
Poiché, come abbiamo visto, il mining non ha, di fatto, un elevato impatto ambientale, le affermazioni di Musk risultano difficilmente comprensibili. Nessuna azienda investirebbe una tale somma di denaro senza prima accertarsi della solidità del proprio investimento, ed è difficile credere che il dibattito sul costo energetico del mining non fosse già nel trend quando Tesla ha deciso di acquistare più di 1 miliardo di dollari in Bitcoin! Ecco perché ci sembra poco plausibile che questo cambio di rotta abbia qualcosa a che fare con l’etica.
Ciò che ci disturba del discorso di Musk è l'ipocrisia della sua logica. Tutto ciò che è alimentato dalla rete elettrica può essere ecologico o altamente inquinante, tanto le criptovalute quanto le auto elettriche. L’impatto ambientale dipende dalla fonte di energia che si utilizza. In questo senso, le prime vittime della logica del costo energetico potrebbero essere proprio le automobili di Tesla.
Tuttavia, Musk ha fatto bene a sottolineare che esistono criptovalute che si servono esclusivamente di fonti di energia rinnovabile. Il consumo di elettricità dei Bitcoin è dovuto, come abbiamo visto, alla competizione tra i minatori per la risoluzione del puzzle crittografico. Questo tipo di struttura si chiama Proof of Work.
Un’alternativa interessante esiste già e comincia a diffondersi sempre più: la Proof of Stake.


Proof of Stake, una nuova struttura per la criptovaluta
La Proof of Stake è molto meno dispendiosa da un punto di vista energetico. Funziona così: si attribuisce in modo completamente aleatorio a un computer il mining della criptovaluta, e le possibilità di vincere sono proporzionali al capitale azionario che ogni minatore possiede in quella specifica criptovaluta. Approfondiremo l’argomento Proof of Stake e altcoins basati su questa struttura (come Cardano) in un altro articolo… Stay tuned!
Al di là delle transazioni finanziarie
Mettendo da parte le attuali controversie tra Tesla e Bitcoin, c’è da essere ottimisti sul futuro delle criptovalute. Le applicazioni della Blockchain vanno ben al di là del denaro. In quanto database praticamente inattaccabile, con dei livelli di protezione delle informazioni personali elevatissimi, la blockchain può essere utilizzata per gli smart contract, o per ottimizzare e securizzare il voto online durante le elezioni democratiche (anche di questo parleremo in modo più approfondito in un secondo momento). Ad oggi Ethereum è la leader indiscussa degli smart contract, ma sempre più criptovalute vengono coniate per assolvere questa particolare funzione (Binance Coin, Solana, Polygon, Polkadot e molte altre ancora).

Einova e l’efficienza energetica
Le preoccupazioni di Musk sul riscaldamento globale non sono infondate. Nonostante la Proof of Work dei Bitcoin non sia così disastrosa per l’ambiente come si vuole far credere, il sistema può comunque essere migliorato. Ecco perché la Proof of Stake è davvero un’ ottima alternativa.
Ed ecco in che modo le innovazioni di Einova entrano in gioco. Sia che l’elettricità provenga dalla combustione del carbone, sia che provenga da energie rinnovabili come l’idroelettrico di Sichuan, per preservare l’ambiente bisogna che il processo di conversione della corrente di rete in corrente continua sia efficiente. Ecco perché se le mining farm utilizzassero dispositivi altamente efficienti per alimentare la rete di computer, l’impatto delle criptovalute sull’ambiente sarebbe drasticamente ridotto — e il margine di guadagno dei miner più elevato.
Grazie all’innovativa tecnologia di conversione energetica EcoVoltas, brevettata da Einova, l’alimentatore universale Sirius raggiunge il 95% di efficienza energetica: è sicuramente un buon punto di partenza per limitare i consumi energetici e ridurre le emissioni di anidride carbonica, che si tratti di mining o della vostra ricarica quotidiana.