
Il wireless è un pericolo per la nostra salute?
Le onde elettromagnetiche della tecnologia wireless possono compromettere il nostro organismo.
Il Dott. Pivetta, primario di Medicina Interna presso il Centro Medico Ospedaliero della Santissima Trinità di Roma, ci ha svelato che è proprio così: dalle sue ricerche presso la Western Technical University of California è emerso che le onde elettromagnetiche sono in grado di penetrare tessuti e ossa, e possono provocare infiammazioni, malformazioni genetiche e patologie letali. Intanto sul web si è scatenato l’hashtag #fermateil5G, contro la rivoluzione in corso sulla trasmissione dei dati nella telefonia mobile. Tra i principali effetti collaterali dell’esposizione al campo magnetico, è stato riscontrato un parziale danneggiamento del lobo parietale del cervello, e la conseguente propensione ad assecondare pericolose fake news, il cui unico scopo è quello di augurarvi un BUON PRIMO APRILE DA EINOVA!

“Pesce d’aprile”:
come smascherare
le fake news
Rassicuratevi, cari lettori: la ricarica wireless è totalmente sicura per la vostra salute e per i vostri dispositivi — e noi di Einova prendiamo sempre sul serio le vostre preoccupazioni, tranne l’1 Aprile! 😄
Nella giornata dedicata allo scherzo, vi spieghiamo perché il nostro cervello crede alle fake news e cosa possiamo fare per contrastarle.
La risposta viene dalle scienze cognitive, che studiano i meccanismi cerebrali alla base dell’interpretazione di contenuti e informazioni.
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, siamo tutti i potenziali bersagli delle cosiddette “bufale”, indipendentemente dal nostro livello di istruzione. Ma non temete, una soluzione c’è: basta avere gli strumenti giusti per disingannare la mente e andare incontro ad un’informazione più consapevole. Vediamo insieme come funziona!
Siete sul sito di Einova, un brand di elettronica, che produce caricatori wireless, power bank e alimentatori ad altissima efficienza energetica e a basso impatto ambientale. Vi imbattete nell’articolo di un autore sconosciuto, ma a colpirvi è l’affidabilità del marchio e il palese conflitto di interessi rispetto al topic: gli effetti del wireless sul corpo umano. Dopo pochissime battute, la vostra attenzione è attirata da nomi autorevoli, quali Dott. Pivetta, Centro Medico Ospedaliero della Santissima Trinità e Western Technical University of California (tutti rigorosamente fake!): anche se non siete esperti del settore, questi elementi sembrano suggerire che dietro l’informazione veicolata ci siano evidenze scientifiche e un importante background di ricerca internazionale.

Qui entra in gioco una specie di economia cognitiva: il nostro cervello, continuamente bombardato da input, è costretto a filtrare la miriade di contenuti con cui ha quotidianamente a che fare. Decide dunque di avallare quelli che sembrano provenire da fonti autorevoli, o quelli che ispirano un immediato senso di fiducia. Un ruolo importante è giocato anche dall’ arousal, ossia la capacità di provocare uno stato di eccitazione cognitiva nel lettore, giocando sulle emozioni — in questo caso, paura, panico, ansia — tramite frasi a effetto.
A tutto ciò si aggiunge l’euristica1, cioè la tendenza a semplificare l’informazione e velocizzare la risposta cognitiva: sì o no, leggo o non leggo, ci credo o non ci credo, approvo o non approvo. Sempre perché, nell’era dell’informazione digitalizzata, non abbiamo il tempo di analizzare nel dettaglio ogni proposta, e dunque diamo per buone quelle notizie che in qualche modo la nostra esperienza — il cosiddetto ancoraggio della memoria — ci fa sembrare plausibili. Il risultato è un bias cognitivo, cioè un errore di valutazione. Nel caso specifico di questo articolo, il sottotitolo contiene “tecnologia wireless” e “compromettere il nostro organismo”: l'associazione di idee è immediata e inquietante, così la memoria ripesca le informazioni precedentemente immagazzinate sull’argomento, le giustifica e scatena l’allarme.
1 Dal greco εὑρίσκω, “io trovo”, in scienze cognitive è l’azione del “trovare una scorciatoia” di fronte ad una decisione. L’euristica è stata essenziale alla sopravvivenza, nel corso dell’evoluzione: è ciò che ha permesso ai primi ominidi di reagire prontamente al pericolo.
Anche la componente social network è cruciale: il criterio di maggioranza ha un impatto notevole sui processi cognitivi, perciò quanto più sentiamo parlare di una notizia, tanto più aumentano le possibilità che per noi diventi reale. Se quelle parole fossero state un post Facebook pieno di like e condiviso e da milioni di utenti, vi sarebbero parse ancora più vere. Che ci piaccia ammetterlo o no, quando si tratta di intuizione cognitiva, siamo essenzialmente conformisti e tendiamo a fare scelte di comodo.

Ma allora come attrezzarci al meglio per evitare di cadere nella trappola?
Noi vi consigliamo di puntare su un fact checking più consapevole, cioè di verificare sempre bene le fonti prima di credere.

Questi sono solo alcuni piccoli accorgimenti che tutti noi, navigando nel web, possiamo usare per difenderci dalle fake news.
Perché è così importante? Perché non si tratta solo di buon senso, ma di responsabilità. L’opinione pubblica siamo — anche — noi. Alimentare la circolazione di fake news significa mettere i bastoni tra le ruote a chi la divulgazione scientifica la fa di mestiere, generando confusione, pregiudizi e scetticismo. Scienza e tecnologia sono le prime vittime di questo processo, e non a caso; perché quanto più un argomento è complesso, tanto più è difficile controbattere chi ne parla senza cognizione di causa. I numeri, spesso, contano più dei titoli di studio, e così un post fortunato sulla pericolosità dei vaccini o sulla presunta correlazione tra 5G e Coronavirus può avere la meglio sulla parola di uno scienziato.
Dal canto suo, Einova vuole mettere al vostro servizio le competenze del suo team. Volete davvero saperne di più su wireless, onde elettromagnetiche e 5G? Stiamo preparando un’intervista a Igor Spinella, ingegnere meccatronico e CEO di Einova, per darvi tutte le risposte sull’argomento. Continuate a seguirci per non perderla!
Insomma, l’1 Aprile siamo tutti un po’ fake (come le nostre bellissime Charging Stones in pietra lunare!!! 😍). Ma tutti gli altri giorni dell’anno, possiamo scegliere di combattere le fake news, informandoci in modo più consapevole.
Per approfondire l’argomento:
Bias Euristiche Psicologia
Perchè ci Credo
Spirale del Silenzio