Uno sguardo sul mondo / Attualità

7 min.

Irene Jacca, 22 Aprile, 2021

Uno sguardo sul mondo / Attualità

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Irene Jacca, 22 Aprile, 2021

22 Aprile 2021, Giornata Mondiale della Terra.

La storia che possiamo ancora scrivere.

Nel 1992, in occasione del Summit sulla Terra di Rio de Janeiro, l’ONU adotta la Convenzione sui Cambiamenti Climatici, con l’obiettivo di limitare le emissioni di gas serra. Ogni anno, dal 1995, si tiene la Conferenza della Parti (COP) tra i 188 stati membri della Convenzione. La COP-3 (1997) e la COP-21 (2015) segnano due tappe fondamentali del dibattito internazionale sul clima: la prima adotta il Protocollo di Kyoto, con il quale i Paesi industrializzati si impegnano a ridurre le emissioni di anidride carbonica del 7% rispetto ai livelli del 1990; la seconda porta all’Accordo di Parigi, con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C, e di ridurre le emissioni di CO2 del 45% entro il 2030. La COP-26 si terrà a Glasgow dall’1 al 12 novembre 2021.

La consapevolezza dovrebbe essere il primo passo verso il cambiamento: siamo consapevoli dell’emergenza climatica dal 1970.

1970

“We are in a crisis of survival.”

(Siamo in una crisi di sopravvivenza.)

Sono le parole pronunciate dal Professor Barry Commoner, politico e biologo americano, in occasione della primissima celebrazione della Giornata della Terra, quando 20 milioni di cittadini statunitensi, tra cui numerosissimi studenti universitari, si riversano in strada per protestare contro l’inquinamento industriale. Il suo discorso è trasmesso da CBS News, in un servizio intitolato “Earth Day: a question of survival”.

Se non sei parte della soluzione, sei parte dell’inquinamento.

Maschere per proteggersi dall’aria che si respira: siamo ancora negli anni settanta, ma l’aumento dell’inquinamento atmosferico, dovuto alle emissioni industriali di CO2, scatena le prime manifestazioni internazionali per la tutela dell’ambiente. La Giornata Mondiale della Terra nasce dall’iniziativa privata di cittadini che avvertono la minaccia del cambiamento climatico, e viene poi istituzionalizzata e promossa dalle Nazioni Unite.

1992

“Do not forget why you are attending these conferences, who you're doing this for. We are your own children. You are deciding what kind of a world we are growing up in.”

(Non dimenticate il motivo di queste conferenze, per chi le state facendo. Noi siamo i vostri figli. State decidendo il mondo nel quale noi dovremo crescere.)

Severn Suzuki è conosciuta come “la bambina che zittì il mondo per sei minuti”. Dopo aver racimolato i soldi per un biglietto aereo dal Canada a Rio de Janeiro, a soli 12 anni tiene un discorso di fronte ai rappresentanti delle Nazioni Unite, in occasione del primo Summit Internazionale sul Clima. La sua idea di cambiamento è tanto semplice quanto radicale: smettere di distruggere cose che non si possono aggiustare.

2002

“Notre maison brûle et nous regardons ailleurs. La nature, mutilée, surexploitée, ne parvient plus à se reconstituer et nous refusons de l'admettre. Le réchauffement climatique est encore réversible. Lourde serait la responsabilité de ceux qui refuseraient de le combattre.”

(La nostra casa brucia e noi guardiamo altrove. La natura, mutilata, sovrasfruttata, non riesce più a ricostituirsi, e noi ci rifiutiamo di ammetterlo. Il surriscaldamento climatico è ancora reversibile. Grave sarebbe la responsabilità di coloro che si rifiutassero di combatterlo.)

Jacques Chirac ricorda all’assemblea della COP-17 di Johannesburg che, a dieci anni dal Summit di Rio, nulla è cambiato. La consapevolezza del fallimento deve assolutamente condurre a un’alleanza mondiale per il clima. La Francia e l’Unione Europea sono pronte ad impegnarsi nella lotta contro il cambiamento climatico.

2006

“Il mondo che si riduceva ad un nocciolo nudo di entità analizzabili. I nomi delle cose che seguivano lentamente le cose stesse nell'oblio. I colori. I nomi degli uccelli. Le cose da mangiare. E infine i nomi di ciò in cui si credeva. Più fragili di quanto avesse mai pensato. Quanto di tutto questo era già scomparso?”

È una citazione del romanzo di Cormac McCarthy “The road”, La strada. In un mondo post apocalittico — probabilmente distrutto da una catastrofe ambientale — in cui non c’è più umanità, ma solo sopravvivenza, un padre e un figlio viaggiano a piedi verso il mare, per scampare allo scempio. Il mare è grigio, come lo sono tutte le cose. Persino le parole cedono lentamente all’oblio: le parole dei colori, degli alberi, degli uccelli, ultimo ricordo di una realtà estinta.

2011

Isaac Cordal, artista galiziano, presenta un insieme di opere intitolate “Waiting for Climate Change” (Aspettando il Cambiamento Climatico) al Voyage à Nantes, evento culturale della cittadina francese. “Follow the leaders” (Seguite i leader) rappresenta, sotto forma di piccole sculture di cera, una classe dirigente che viene progressivamente sommersa dall’acqua: è la metafora di un dibattito — quello sull’emergenza climatica — le cui tempistiche e argomentazioni invecchiano insieme a coloro che ne sono gli interlocutori.

2012

“When the trees fall, and the native animals are slaughtered, the native germs fly like dust from a demolished warehouse.”

(Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie.)

Spillover” è il saggio di David Quammen, scrittore e divulgatore scientifico statunitense, sul “salto di specie” dei patogeni dalle specie animali all’uomo. Con una lungimiranza oggi più che mai eloquente, l’autore spiega perché alcune delle principali attività umane — tra cui, in particolare, la deforestazione — contribuiscono alla diffusione delle pandemie.

2014

“Clean air and a livable climate are inalienable human rights. And solving this crisis is not a question of politics, it is a question of our own survival. This is the most urgent of times, and the most urgent of messages.”

(L’aria pulita e un clima vivibile sono diritti inalienabili. E risolvere questa crisi non è una questione di politica, è una questione di sopravvivenza. Questo è il più urgente dei tempi, e il più urgente dei messaggi.)

Leonardo DiCaprio partecipa, in qualità di Ambasciatore di Pace per il Clima delle Nazioni Unite, al Summit di New York che getta le basi per l’Accordo di Parigi. Il suo documentario “Before the Flood” è un viaggio attorno al mondo che segna il confine tra “punto di non ritorno” e futuro.

2015

“We are the first generation to feel the impact of climate change, and the last generation that can do something about it.”

(Siamo la prima generazione a subire l’impatto del cambiamento climatico, e l’ultima a poter fare qualcosa in merito.)

Gli Stati Uniti sono i secondi principali responsabili di emissioni di gas serra nel mondo: Obama lo ammette pubblicamente, nel discorso pronunciato alla COP-21 (quella che vede nascere l’Accordo di Parigi), aggiungendo, però, che la nazione intende cambiare drasticamente rotta. Il suo è un messaggio di speranza: alla constatazione dell’emergenza si unisce la consapevolezza dei progressi in corso.

2015

“Mentre l’umanità del periodo post industriale sarà forse ricordata come una delle più irresponsabili della storia, c’è da augurarsi che l’umanità degli inizi del XXI secolo possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie responsabilità.”

Con l’Enciclica “Laudato si’”, la Chiesa Cattolica interviene ufficialmente nel dibattito sul cambiamento climatico. Richiamando il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, Papa Francesco ribadisce il legame indissolubile tra natura e umanità, e dunque tra crisi ambientale e crisi sociale, invitando i fedeli — e soprattutto i politici — ad abbracciare quella che definisce “ecologia integrale”.

2019

“The eyes of all future generations are upon you. We will not let you get away with this. Right here, right now is where we draw the line. The world is waking up. And change is coming, whether you like it or not.”

(Gli occhi delle generazioni future sono su di voi. Non ve la faremo passare liscia. Qui, ora è dove tracciamo questa linea. Il mondo si sta svegliando. E il cambiamento è in arrivo, che vi piaccia o no.)

A poco più di un anno dal suo primo sciopero per il clima di fronte al parlamento svedese — che ha dato origine al movimento internazionale “Fridays for Future” — Greta Thunberg interviene al vertice delle Nazioni Unite sul Clima, pronunciando dure parole sull’inefficacia dell’Accordo di Parigi. Iconico il suo “How dare you?” (“Come osate?”) che non lascia spazio a fraintendimenti: continuare a ignorare le evidenze scientifiche significa condannare chi vivrà abbastanza da subirne le conseguenze.

2020

“La Terra è un macrorganismo vivente in cui tutto si tiene: biologia, ecologia, economia, istituzioni sociali, giuridiche e politiche. La salute di ciascun individuo è interconnessa e dipendente dal buon funzionamento dei cicli vitali del pianeta.”

Un gruppo di scienziati e attivisti italiani lancia un appello alla classe dirigente, sotto forma di “Preghiera civile”. Gli obiettivi fissati dall’ONU entro il 2030 per uno Sviluppo Sostenibile non hanno raggiunto, ad oggi, i livelli intermedi sperati. Mentre la popolazione mondiale è alle prese con la pandemia, si intensifica il legame tra salute, benessere e giustizia climatica. È giunto il momento di ascoltare la scienza.

2021

Possiamo ancora scegliere di cambiare il corso della storia.